Telesio e Campella

Telesio: il nuovo sguardo sulla natura
Un'aspetto molto importante della civiltà rinascimentale è il nuovo modo di guardare alla natura: quest'ultima comincia a essere esplorata con gli occhi dello scienziato Bernardino Telesio (Cosenza, 1509), che osserva, avanza ipotesi e spiegazioni. Tale concezione è già presente in una sua opera, intitolata La natura secondo i propri principi (De rerum natura iuxta propria principia). In quest'opera si stacca dalla visione metafisica medievale e afferma che l'uomo non deve imporre schemi a priori alla natura, ma deve scoprire le leggi specifiche che ne regolano la vita. 
Queste leggi, per Telesio, si identificano con l'azione di due forze contrastanti: il caldo, forza dilatante e principio di movimento, e il freddo, forza condensante e principio di immobilità, le quali nell'universo si applicano alla materia intesa come sostrato fisico inerte.
Secondo lui, le forze, cioè i principi agenti, e la materia, cioè la massa corporea, non possono mai essere separate: le prime agiscono, ossia producono effetti, la seconda, passiva, non esiste se non per essere continuamente formata e trasformata dall'azione dei principi agenti. La sostanza, che è dunque data dall'unione di forza e materia, ha un carattere dinamico, consistendo in una storia incessante di generazione, trasformazione e rigenerazione.
Inoltre secondo Telesio, i filosofi e gli scienziati non hanno avuto l'umiltà di osservare come le cose si verificano effettivamente, ma hanno proiettato su di esse caratteristiche e proprietà che esistevano soltanto nella loro immaginazione, hanno quindi tradito i principi della natura e si sono costruiti un "mondo a loro arbitrio".

Il legame tra magia e indagine naturalistica
Secondo Telesio, anche gli oggetti materiali hanno una forma, seppure inferiore, di sensibilità, cioè possono percepire la modificazione del loro stato provocata dal contatto con altri corpi. Non c'è dunque differenza sostanziale tra organico e inorganico, perchè tutti gli esseri, in modo più o meno perfetto, sono dotati della medesima facoltà del sentire.
Tale visione, a proposito della quale si è parlato di panpsichismo (ogni cosa è dotata di anima) e di ilozoismo (tutta la materia è animata), ricollega in qualche modo Telesio alla magia rinascimentale, che affermava l'analogia tra la natura e l'uomo, in cui la secondo agisce sulla prima, ottenendo vantaggi e potere.


Campanella e l'esaltazione della scienza e della tecnica
Al pensiero di Telesio si ispira Tommaso Campanella (nato a Stilo, in Calabria, nel 1568 e morto a Parigi nel 1639), frate domenicano che, accusato di eresia per l'adesione al naturalismo e al sensismo, fu processato dall'Inquisizione (organo istituito dalla Chiesa cattolica per indagare e punire coloro che erano sospettati di "contraddire" l'ortodossia) e trascorse in carcere molti anni.
L'aspetto su cui si centra di più è la rivalutazione culturale e pedagogica della natura, tipica dunque dell'età umanistica-rinascimentale.
Egli reinterpreta la fisica di Telesio alla luce di suggestioni tratte dalla magia e dalla metafisica, che lo portano a sostenere l'universale animazione di tutte le cose del mondo. Queste, al pari degli animali e degli uomini, sono dotate di sensibilità. L'esperienza sensibile è per il filosofo calabrese il fulcro dell'attività conoscitiva: a differenza della ragione, infatti, i sensi non hanno bisogno di prove e garantiscono una conoscenza certa.
Il fondamento ultimo di una natura intesa come totalità organica è Dio, che crea e governa il mondo attraverso i tre principi fondamentali dell'essere:
  • la potenza, che rende ogni cosa necessariamente come dev'essere
  • la sapienza, da cui deriva l'armonia che regge il mondo
  • l'amore, che indirizza ogni cosa verso il suo fine supremo
L'opera più nota di Campanella è La città del sole, un testo appartenente al genero letterario dell'utopia (dal greco ou, "non; e topos, "luogo", per indicare un luogo che non c'è, ideale). In questo testo, Campanella propone un modello ideale di società, che egli, tra l'altro, si illuse di poter realizzare concretamente: a tal fine ordì in Calabria una congiura contro gli Spagnoli che occupavano il regno di Napoli (di cui la Calabria faceva parte). L'opera si svolge come un dialogo tra un nobile e un navigatore genovese: quest'ultimo racconta la storia di una città che ha potuto visitare in un'isola equatoriale, città in cui la famiglia è abolita, la proprietà privata e la schiavitù aborrite, il lavoro considerato un grande valore. In Tale società il potere è affidato a un sommo sacerdote, Sol, e a tre ministri, Pon, Sir e Mor, personificazioni rispettivamente della potenza, della sapienza e dell'amore, a cui spetta il controllo dell'attività bellica (Pon), delle scienze e delle arti (Sir), della salute e della riproduzione (Mor).
Egli infine riserva una grande attenzione alla formazione dei ragazzi, sottolineando non solo la necessità di un'istruzione basata sull'osservazione diretta delle cose, ma anche il bisogno di sradicare dal mondo l'ignoranza, fonte di tutti i mali.

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