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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Galilei: la nascita della scienza moderna

La novità della posizione di Galileo  A Galileo, nato a Pisa nel 1564, si deve la prima verifica di tipo empirico della teoria copernicana . La teoria eliocentrica era stata divulgata come una prospettiva interessante per la spiegazione dei fenomeni, ma non come la risposta all'interrogativo sulla vera costituzione dell'universo: tollerata dalla Chiesa. Egli quindi sostiene che il copernicanesimo rispecchia la vera struttura fisica dell'universo .  Nel 1609 Galileo punta il telescopio al cielo per osservare direttamente i fenomeni e provare che il Sole è al centro del nostro sistema planetario. Si tratta quindi di una svolta epocale nella storia della scienza , perché cancella secoli di convinzioni dei corpi celesti. L'importanza di Galileo consiste dunque nel fatto che ha contribuito più di ogni altro alla riformulazione delle basi metodologiche della scienza moderna e ridefinì i rapporti tra la scienza e la religione e la scienza e la filosofia .  Gli studi e le scop

Giordano Bruno

La visione del cosmo Una grande personalità filosofica nel periodo rinascimentale fu Giordano Bruno , artefice della moderna concezione dell' infinito . Egli si oppose alla tradizione aristotelica e affermò che l' universo è uno spazio infinito , costituito da infiniti mondi. Egli pensa che l'universo abbia una causa e un principio primo infinito : la mente è al di sopra di tutto (mens super omnia) e si identifica con Dio stesso; da quest'ultimo deriva solo un effetto infinito, ossia un cosmo con le caratteristiche dell'infinità. Dio è anche la mens insita omnibus (la mente in tutte le cose), il principio razionale nel mondo e quindi " anima del cosmo ", che contiene tutte le idee e che, dall'interno, plasma la materia specificandola negli infiniti esseri che la compongono. Forma e materia , idee e cose, risultano non sostanze separate, ma aspetti dell'unica sostanza universale e infinita rappresentata dalla natura divina. Questa può essere cons

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Secondo Bruno, l'uomo può operare anche oltre e fuori le leggi della natura, poiché egli è superiore agli animali per il possesso dell'intelletto e delle mani. La condizione degli uomini nell'età dell'oro era caratterizzato della fatica e dal lavoro. L'uomo, spinto dal continuo bisogno, si industria sempre di più per far progredire la scienza e la tecnica. Bruno si riferisce che con l'intelletto e le mani, l'uomo riesce a operare non solo assecondando le leggi naturali, ma anche al di là di quelle, cioè sfruttandole per creare, con il proprio ingeno, mondi artificiali. All'epoca di Giordano Bruno si inizia a comprendere che la Terra non è più al centro dell'universo, come nella visione aristotelica, ma che essa gira attorno al Sole. Contrariamente ad Aristotele, Giordano Bruno afferma che l'universo è uno spazio infinito, costituito da infiniti mondi.