Platone




La delusione politica come stimolo alla ricerca filosofica
A Platone, uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, dobbiamo l'elaborazione di gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia. Nato da una della famiglie più importanti di Atene, il giovane Platone era destinato all'impegno politico-amministrativo, un'ambizione che però viene soffocata dalla profonda delusione di fronte all'ingiustizia e alla corruzione che osserva nei vari governi:
- prima il governo sanguinario dei Trenta tiranni (404-403 a.C.)
- la restaurata democrazia, che si macchia di azioni ingiuste
L'evento che più di altri concorre alla formulazione di un giudizio così duro è la condanna a morte di Socrate da parte del tribunale di Atene nel 399 a.C., che alimenta nell'animo del pensatore la volontà di promuovere una rinascita spirituale attraverso una riflessione filosofica in grado di orientare la società verso il bene.

La fondazione dell'Accademia
Per sviluppare questo progetto di rigenerazione spirituale dell'uomo, basato sul sapere filosofico, Platone istituì l'Accademia. Questo nome deriva dal luogo in cui la scuola fu fondata nel 387 a.C., ossia il parco dedicato all'eroe greco Accademo. Qui sorgevano sia il santuario dedicato alle Muse, sia gli edifici in cui si radunavano insegnanti e allievi, facendo vita in comune. A partire dal 387 tutta l'attività intellettuale e umana di Platone si concentrò all'interno della sua scuola, il quale costituiva un centro di ricerca scientifica.
L'Accademia era infatti un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico. Si trattava dunque di un grande istituto di educazione superiore, in cui egli teneva le sue lezioni.
Tra gli obbiettivi della scuola c'era anche quello di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche.

Le nuove forme della comunicazione filosofica: il dialogo
Per Platone l'essenza della filosofia è rappresentata dal modello socratico, che si basava sull'indagine condivisa e la maggioranza delle sue opere ha forma dialogica. Come già per Socrate anche per Platone l'indagine filosofica procede con lentezza e fatica, tappa dopo tappa: essa progredisce grazie agli sforzi solidali di tutti coloro che coltivano la filosofia, ma non giunge mai al possesso della verità, quindi non esime gli uomini dal compito di interrogarsi incessantemente.
Solo attraverso un'interrogazione rigorosa si può acquisire la scienza, la quale contribuisce alla felicità degli uomini.
I dialoghi platonici si propongono di raggiungere una conoscenza autentica e sono sorretti da una struttura logica rigorosa. In tale prospettiva i personaggi sono invitati costantemente da Socrate a non esprimere idee generiche, ma a definire con attenzione i propri concetti, chiarire il proprio linguaggio e argomentare il proprio punto di vista.
Le caratteristiche essenziali del loro scambio verbale, a cui Platone si contrappone, possono essere così riassunti :
- gli interlocutori dei dialoghi sono persone ben identificate, in un numero limitato, al contrario dei sofisti, che si rivolgevano a un uditorio vasto
- la finalità dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo e rigore razionale, a differenza dei sofisti, che tendevano a confutare le tesi avversarie
- quanto alla procedura espositiva, i dialoghi privilegiano i discorsi brevi, con domande e risposte rapide e stringenti in contrasto con i lunghi ragionamenti dei sofisti.

Il ruolo del mito
Il mito platonico ha una duplice funzione:
- serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine difficili
- in secondo luogo viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell'indagine razionale
Il mito di Platone ha sia un ruolo didattico che filosofico. Quest'ultima è di grande importanza, perchè serve all'autore per supportare la ragione nella trattazione dei grandi temi metafisici, dove la riflessione non può arrivare viene in soccorso il mito

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