La metafisica

L'interpretazione delle idee platoniche come "essenze" delle cose
La metafisica è la scienza fondamentale perchè si occupa delle caratteristiche universali dell'essere.
Platone riteneva che le idee fossero superiori alle cose del mondo sensibile e che solo la loro esistenza potesse assicurare un valore oggettivo alla nostra conoscenza. Le cose, infatti, essendo mutevoli e imperfette, erano considerate fonte di errore e d'inganno, mentre le idee, immutabili e perfette, rappresentavano il vero essere.
Per Aristotele, grazie anche alla sua formazione naturalistica, ribalta la situazione platonica: se Platone ha avuto il merito di individuare nelle idee quella che verrà definita la causa formale delle cose, cioè la loro "essenza necessaria", il suo errore è stato quello di porre tali principi, rendendone incomprensibile il rapporto con la realtà. Per lui le idee o "forme" rappresentano la struttura essenziale immanente alle cose stesse.


La domanda sull'essere
La metafisica ha come oggetto l'essere in quanto essere e la domanda fondamentale da cui muove è "che cos'è l'essere dell'ente?" L'essere, secondo lui, non ha unico significato, ma si può dire in molti modi e presenta una molteplicità di aspetti: infatti se chiediamo "che cos'è questo?" possiamo rispondere in almeno dieci maniere differente, attribuendo all'ente su cui ci stiamo interrogando dieci predicati diversi o categorie. Queste categorie sono per lui i dieci modi in cui è possibile "dire" o "predicare" l'essere delle cose, ma sono anche i modi fondamentali di darsi dell'essere.
Di un ente si può quindi dire che presenta le seguenti categorie:
  1. la sostanza (per esempio è un uomo, cavallo, tavolo...)
  2. la qualità (è bianco, dolce, buono...)
  3. la quantità (è alto due metri, pesa 90 chilogrammi, è suddiviso in quattro...)
  4. la relazione (è maggiore o minore di un altro ente, più o meno veloce)
  5. il luogo ( è in terra, in mare...)
  6. il tempo (ieri, oggi...)
  7. l' agire (brucia, taglia...)
  8. il patire (è bruciato, è tagliato...)
  9. lo stato (calzato, armato...)
  10. la situazione (coricato, seduto...)
Secondo lui solo però la prima categoria, quella della sostanza, rappresenta "l'essere dell'ente" vero e proprio, le altre costituiscono i suoi vari "modi di essere", i suoi "aspetti".


La sostanza e le sue caratteristiche
La sostanza è innanzitutto l'individuo concreto, il "questo qui", questo animale, questa cosa..., le definisce quindi "sostanze prime", in quanto esistono in modo autonomo e fungono sempre e soltanto da soggetti. Esse possono essere considerate sotto una duplice prospettiva: ontologica e logica
Dal punto di vista ontologico, le sostanze sono i soggetti reali cui ineriscono le varie proprietà (le categorie come modi di essere); dal punto di vista logico, le sostanze sono i soggetti logici i quali "reggono" i vari predicati (le categorie come modi in cui si predica l'essere).
Dalle sostanze prime, egli distingue le sostanze seconde: ossia quei concetti universali- le specie (uomo) e i generi (animali)- che per Aristotele non possono esistere indipendentemente dagli individui concreti (sostanze prime).
Secondo Aristotele, dunque, l'essere non coincide con il mondo delle idee, ma è un insieme di sostanze o enti "individuali", cioè un insieme di individui singoli dotati di varie qualità. Ognuna di tali sostanze individuali è concepita come sinolo, cioè unione indissolubile, di forma e materia.
La forma rappresenta la natura intima di una cosa, la sua essenza o struttura immanente e necessaria.
La materia è l'elemento materiale che viene plasmato dalla forma.


Le nozioni di potenza e atto
E' proprio grazie all'introduzione dei concetti di "forma" e "materia" che Aristotele riesce ad elaborare una soluzione del "divenire", una delle questioni più importanti e ardue del pensiero filosofico.
Secondo lui, quando avviene un cambiamento non si ha il passaggio dall'essere al non essere e viceversa, ma il passaggio da un tipo di essere a un altro, e quindi una trasformazione interna all'essere. Si tratta del passaggio dall'essere in potenza della materia a quello in atto della forma
La materia è quindi quell'elemento indeterminato che ha la potenzialità di assumere determinazioni successive, rendendo così possibile il cambiamento.
La forma, invece, è l'elemento attuale, permanente delle cose.

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